L’equipaggio dell‘Elan 33 Stinger regata con determinazione fino in fondo con competenza e spirito sportivo all’insegna di un Mondo libero dalla droga

Messaggio importante dal mondo della vela: portare avanti i propri obiettivi non mollando mai e vivendo appieno le proprie emozioni per arrivare fino in fondo.

L’equipaggio dello Stinger Testimonial della campagna Mondo libero dalla droga alla regata Civitanova Marche Sebenico.

Una vera avventura che ci viene raccontata direttamente dallo Skipper e presidente dell’associazione velica di Senigallia LABOLINA Lino Scerbo che, attraverso il mondo della vela, ha trasmesso ai giovani, il messaggio che vale la pena vivere la vita con la propria consapevolezza, determinazione e le proprie emozioni, il solo mezzo per vivere ed arricchirsi personalmente sempre di più.

“Sulla linea di partenza alle 13 del 22 luglio, davanti al porticciolo di Civitanova Marche – dice lo Skipper Lino –  Abbiamo fatto una partenza fantastica. Ci siamo posizionati in mezzo alle barche più grandi. tanta adrenalina e tanta carica da parte di tutto l’equipaggio.

Il percorso per raggiungere Sebenico è di circa 110 miglia con una previsione di circa 20 ore.

Dopo circa mezz’ora eravamo sulla prima boa e impostato la rotta per Sebenico. Ma dopo circa  due ore ci siamo ritrovati in una bonaccia assoluta che ha perdurato per il resto della giornata. Alle 22 avevamo  percorso poche miglia dalla costa Italiana e l’umore dell’equipaggio cominciava a calare. Tutta la notte con piccoli refoli di vento o assenza totale.  L’alba del 23 eravamo ancora in mezzo all’Adriatico. Si preannunciavano lunghe ore di navigazione senza vento. Così anche tutta la giornata del 23 in navigazione con bonaccia o pochissimo vento.

A bordo cominciava a regnare la noia e l’apatia ma forti del messaggio che portavamo aderendo alla campagna un Mondo Libero dalla droga ci sentivamo più motivati ad andare fino in fondo.

Alle 15.00 del 23 eravamo ancora a 40 miglia da Sebenico. Purtroppo le speranze di arrivare nel tempo limite massimo delle 17 era svanito. Molte barche comunicavano via radio il loro ritiro dalla regata. … Complessivamente 30 ore di navigazione per la maggior parte con assenza totale di vento. Alle 17 arriva il comunicato che la regata e terminata. Alla sera insieme agli altri equipaggi veniva stilata la classifica e le premiazioni. Il 50% delle barche si era ritirata oppure erano arrivati fuori tempo limite massimo… Magra consolazione.

Il giorno dopo, il 24 luglio, inizia la Regata fra le isole di Sebenico. Una regata di circa 6 ore. Al via circa 30 barche tra quelle Italiane e quelle Croate.  Il tempo fantastico con tanto sole  e mare piatto. Il paesaggio incantevole contornato da decine di isole e isolotti. Alla partenza decisi e motivati ci siamo infilati in mezzo alle grandi barche. Partenza fantastica, eravamo sempre nel gruppo di testa. A metà gara però comincia a calare il vento fino a  morire. ….  Purtroppo anche questa gara è finita per noi e per moltissime barche, fuori tempo limite massimo; ma va bene così, ci siamo divertiti, abbiamo fatto esperienza  ed abbiamo portato un messaggio dall’Italia alla Croazia a sostegno di un Mondo libero dalla droga.

Il rientro in Italia del 24 notte è stata una prova veramente estenuante, ma che ha accresciuto interiormente l’equipaggio di forza e determinazione.

Oltre 20 ore di navigazione con il vento che era arrivato a 35 nodi e onde alte più di 3 metri. …”

Lo skipper ci parla di quei momenti facendoci rivivere la forza d’animo che c’è voluta per continuare, trovando tutte le possibili soluzioni e adottando tutti i protocolli di sicurezza a disposizione.

“Vedendo le condizioni continuare ad aumentare ed essendo ancora in mezzo all’Adriatico a circa 50 miglia dall’Italia cominciamo a prendere tutte le misure di sicurezza ed emergenza per poter affrontare quella situazione. I giubbotti di salvataggio erano già indossati alla partenza, a quel punto decidemmo di legarci con funi  di sicurezza, coltello a portata di mano (per qualsiasi difficoltà che richiedesse il taglio delle cime), e preparati a mettere in acqua le ancore galleggianti ed eventualmente a chiuderci sotto coperta ed aspettare la fine di quelle condizioni atmosferiche.

La barca in quelle condizioni “volava”, ma nella discesa dalle onde accelerando ancora di più poteva essere pericoloso poiché la barca poteva intraversarsi.

Verso mezzogiorno contatto un velista via radio al quale chiedo informazioni circa l’evoluzione meteo nel punto in cui ci trovavamo, poiché a quella distanza dalla costa non avevamo più segnale telefonico ed eravamo perciò tagliati fuori. Mi risponde un velista dalla zona sotto costa di Vasto, il quale verifica la condizione meteo della nostra area e ci comunica che eravamo già ai margini della perturbazione e perciò da lì a poche miglia avremmo cominciato a trovare un miglioramento.

Decidemmo così di continuare a cavalcare le onde per continuare a correre il più velocemente possibile.

Decisi di mandare sotto coperta a riposare la Chiara la quale per stare vicina al suo compagno Claudio non dormiva da parecchio ed era anche zuppa di acqua per le onde che si infrangevano in coperta. Rimanemmo così per ore io e Claudio. Con turni di mezz’ora ciascuno al timone. Dopo circa un’ora osserviamo che le creste più alte delle onde cominciavano a calare e così anche il vento.

Continuammo tutta la navigazione fino a circa 10 miglia dall’arrivo con condizioni pessime. Eravamo stremati. Claudio e io non dormivamo da parecchie ore. Arrivammo ad Ancona alle 20 dopo circa 20 ore di navigazione in condizioni davvero allucinanti.

Ringrazio veramente tutto l’equipaggio per aver vissuto questa avventura ed essere stato veramente competente. Conclude lo skipper – ringrazio Claudio e la sua compagna Chiara soprattutto per essere stata una donna forte e coraggiosa. – E conclude: “tutti insieme abbiamo concordato che sì, è stata una avventura allucinante, ma che ci ha accresciuto interiormente. Sfide di questo tipo accrescono la consapevolezza nella propria forza e determinazione e fanno vivere delle sensazioni e delle gioie, che sono, come scrisse l’umanitario L. Ron Hubbard- l’unica ragione del vivere, al contrario di ciò che fanno le droghe che distruggono le vere emozioni oltre alla vita stessa.”

 

 

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