Banca Generali: l’AD Gian Maria Mossa risponde alle domande di un gruppo di ragazze e ragazzi under 25 anni nel corso del programma di Class CNBC “25×25: il futuro al quadrato”.
Gian Maria Mossa a Class CNBC: la crescita di Banca Generali e la risposta alle nuove sfide del settore
“Il nostro modello è centrato sul professionista, il nostro cliente è il banker, che ha una relazione di lungo periodo basata innanzitutto sulla fiducia e sulla professionalità con dei clienti, spesso imprenditori”: l’AD Gian Maria Mossa lo ha spiegato al gruppo di ragazze e ragazzi under 25 anni intervenuti nel corso del programma di Class CNBC “25×25: il futuro al quadrato” durante il quale è stato intervistato da Andrea Cabrini. Il mondo dell’innovazione bancaria, il risparmio privato e le priorità per il futuro ma anche le nuove sfide legate all’AI e il ruolo delle nuove generazioni nel disegnare il futuro del settore: numerose le tematiche su cui l’AD di Banca Generali è stato invitato a esprimersi. Inevitabile, inoltre, qualche considerazione sui risultati record registrati nel 2024: un anno “storico” anche per il successo con cui si è conclusa l’operazione su Intermonte, come evidenziato dall’AD Gian Maria Mossa ricordando che oggi Banca Generali gestisce asset per oltre 100 miliardi di euro e si avvale di più di 2.300 i banker con un patrimonio medio al vertice del settore (oltre 45 milioni di euro pro-capite).
Intelligenza Artificiale e umana: il doppio motore del futuro secondo Gian Maria Mossa
Tante le direzioni in cui si muove Banca Generali, ha spiegato Gian Maria Mossa: “Gestiamo il patrimonio finanziario del cliente, creiamo un network di relazioni e partnership per mettere in condizione il cliente di occuparsi anche della parte non finanziaria del patrimonio come real estate e corporate; e infine mettiamo in relazione patrimonio e famiglia parlando di family protection e passaggio generazionale”. Mai come oggi, ha proseguito l’AD, è necessario avvicinare il risparmio privato all’economia reale, ad esempio riducendo l’impatto fiscale degli investimenti nelle PMI: “Il nostro Paese ha tanta ricchezza in queste piccole imprese, dovremmo chiederci perché non si quotano. Dobbiamo accendere la miccia lì. Poi se riuscissimo a convogliare il risparmio privato anche in grandi progetti sarebbe molto sano, ma dobbiamo partire dalle realtà più piccole e vicine a noi. Il private banking può aiutare ad andare in questa direzione, dialogando con l’imprenditore quando questi si trova nelle fasi di discontinuità, illustrando i vari scenari e come accedere al capitale del mercato. E anche indirizzando l’imprenditore a investire la valorizzazione del suo patrimonio d’impresa nell’economia reale. Un circolo virtuoso”. Sollecitato poi dalle domande dei ragazzi, molto interessati all’impatto della AI nel settore bancario, Gian Maria Mossa ha sottolineato inoltre come “abbiamo già una cinquantina di progetti che vanno in questa direzione e che riguardano tanto la sfera banca, con l’efficienza operativa e l’ottimizzazione di processi e informazioni, quanto la sfera dei singoli momenti di attività del private banker”. Secondo l’AD, però, se da un lato l’AI sarà sempre più importante nelle fasi più standardizzate dell’attività di consulenza, come la gestione di piani di risparmio e portafogli ordinari, dall’altro “tutto ciò che richiede personalizzazione e una importante relazione di fiducia con il cliente rimarrà in capo all’Intelligenza umana ed emotiva del consulente”.